“Il giro del Mondo in 80 abiti” dell’Accademia Maiani

L’Accademia di moda Maiani, il 28 Giugno 2018, nell’ambito dell’alta moda romana, ha presentato “Il Giro del Mondo in 80 Abiti”. La mostra è stata allestita al Planetarium di Roma. Ispirata al romanzo di Julio Verne ” Il giro del Mondo in 80 Giorni”. Attraverso l’esposizione di questi 80 abiti viene narrato un avventuroso viaggio immaginario che ci porta indietro nel tempo in un cammino ricco di tradizioni, culture, tessuti e colori, catapultandoci nel cuore dei vari continenti. Si parte dalla vecchia Europa, dall’Inghilterra, terra di regalità e trasgressione, rappresentata da una giacca dal collo asimmetrico per poi passare per la Francia che declina i colori della sua bandiera in giochi di righe. Si passa poi per la Spagna caratterizzata da architetture immaginifiche di Gaudì con una tuta composta da intagli di pelle colorati, per poi arrivare in Italia rappresentata dal suo abito di organza a Cupola, ispirata a San Pietro, sostenuto da un’architettura in rilievo di cordoni e intarsi.

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Poi c’è l’Austria con abiti dalle lunghe gonne costruite con spartiti e chiavi di violino in tessuto inamidato e pieghettato, per arrivare in Germania con un lussuoso abito grigio perla e nero dal corpetto geometrico e da rigidi godé, raccolti in un grande fiocco, per passare poi in Olanda con l’abito trasformabile del corpetto blu di lunghi petali su una gonna grigio perla decorata da ricami e pieghe. Poi passiamo per il Lussemburgo con il suo abito cangiante e ramato da gran sera dall’enorme drappeggio.Poi c’è la Serbia con l’abito rosso, confezionato con tessuti di tappezzeria a patchwork che seguono i motivi modulari tipici delle antiche architetture. La Russia gioca con abiti di lana cotta decorati. La Lapponia evoca tra intrecci di licheni le suggestioni boreali, la Groenlandia il ghiaccio cristallizzato in tessuti modellati da forme scultoree, la Cina con abiti essenziali valorizzati da stampe stilizzate, il Giappone con i suoi eleganti Kimoni, l’India esalta lo splendore dei tessuti nell’oro e nella purezza di bianche organze ricamate. Poi c’è l’Australia, caratterizzata da forme essenziali e colori della terra, tessuti grezzi, effetti di roccia stratificata ottenuti con tecniche pittoriche. Passiamo poi per il Venezuela con look moderni impreziositi con antichi ricami di perle bianche e nere, per poi arrivare in Perù che rivisita in chiave contemporanea la civiltà Maia, imprimendo su abiti di pelle formule misteriose. Passiamo poi per il Brasile, con tessuti Chanel modernizzati con nastri e decori Carioca.

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poi c’è il Messico in cui vengono coniugati la vita e la morte in una grande festa dai colori forti, rappresentati da due sposi, lei con una ricca gonna  portafoglio, blu notte indossata sotto un prezioso corpetto di pizzo Macramè, lui con pantaloni doppi georgette sopra quelli realizzati da piccoli quadrati ad uncinetto. Poi c’è lo stile Newyorkese con pantaloni palazzo decorati con specchi, come i suoi grattacieli. Arriviamo in Africa, rappresentata da vestiti realizzati con materiali naturali come le lamine di legno con richiami legati alle variopinte etnie, passiamo poi per il Madagascar con sovrapposizioni di tessuti e colori che richiamano le sue foreste, per poi approdare nei meravigliosi Paesi Arabi con mantelle in seta ramata e abiti drappegiati dai colori coloniali, per arrivare poi all’Incontro delle Religioni, l’abito mostra il bombardamento di Guernica, il Muro del Pianto, l’interno di una Moschea e un particolare del Giudizio Universale. Come unico accessorio la citazione di madre Teresa di Calcutta impressa sul collo :” La vita è la vita. Difendila”.

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